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Bottega Civico 14 - (Edificio)
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La posizione di questa bottega vinaria e' particolarmente favorevole, perche' posta su una delle strade principali della citta' e presso l'accesso all'area dei monumenti pubblici. Al piccolo ambiente, si accede per mezzo di un'ampia porta di cui si conservano i resti lignei dello stipite e dell'architrave. Il vano sulla strada, occupato dalla bottega vera e propria, era alto all'incirca m.2,30, come si desume dalle tracce sulla parete ovest degli incassi delle travi lignee, che sostenevano il solaio di un ammezzato. La struttura muraria e' in opus incertum e le tre pareti conservano ampie tracce dell'intonaco bianco di rivestimento. Troviamo ancora i resti di un pavimento in calcepesta. Al piano ammezzato, si accedeva per mezzo di una scala in legno Tra la porta della Casa del Salone Nero e l'ingresso alla bottega si ammira l'insegna dell'attivita' commerciale. L'affresco, trovato gravemente lesionato, fu dapprima staccato per poi essere restaurato ed infine ricollocato in sito. Al di sotto del pannello inferiore raffigurante i vasi, fu rinvenuta una iscrizione dipinta recante un annunzio di spettacolo, forse gladiatorio, da tenersi a Nola. L'affresco e' costituito da un pannello rettangolare sul quale campeggia al centro la figura di una divinita' , la cui testa e' percorsa da un'iscrizione in lettere di colore rosso. La sola interpretazione possibile dell'iscrizione e' che si tratti dell'appellativo della divinita' Semo Sancus. Nella parete inferiore del pannello e' un vivace riquadro rettangolare con quattro brocche,
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La posizione di questa bottega vinaria e' particolarmente favorevole, perche' posta su una delle strade principali della citta' e presso l'accesso all'area dei monumenti pubblici. In origine l'ambiente faceva parte della casa del Salone Nero con il cui atrio retrostante comunicava attraverso una grande porta, in seguito chiusa con una muratura in opera cementizia. In corrispondenza di questa chiusura, all'interno della bottega fu ricavato una nicchia rettangolare di modesta profondita', come di consueto usata come stipo. Al piccolo ambiente, che occupa una superficie di circa mq.10 sviluppati su due livelli, si accede per mezzo di un'ampia porta di cui si conservano i resti lignei dello stipite e dell'architrave. Il vano sulla strada, occupato dalla bottega vera e propria, era alto all'incirca m.2,30, come si desume dalle tracce sulla parete ovest degli incassi delle travi lignee, che sostenevano il solaio di un ammezzato. All'interno dell'incasso si conservano dei resti carbonizzati. La struttura muraria e' in opus incertum e le tre pareti conservano ampie tracce dell'intonaco bianco di rivestimento. Troviamo ancora i resti di un pavimento in calcepesta. Al piano ammezzato, illuminato da una piccola finestra posta sull'ampio architrave ligneo dell'ingresso (b14_21.jpg), si accedeva per mezzo di una scala in legno i cui resti sono visibili nell'angolo interno nord-est della bottega. La copertura, oggi ricostruita, era posta ad una altezza di circa due metri dal solaio intermedio, come risulta dalla presenza degli incassi originali delle travi lignee di copertura. Tra la porta della Casa del Salone Nero e l'ingresso alla bottega si ammira l'insegna dell'attivita' commerciale. L'affresco, trovato gravemente lesionato, fu dapprima staccato per poi essere restaurato ed infine ricollocato in sito. Al di sotto del pannello inferiore raffigurante i vasi, fu rinvenuta una iscrizione dipinta recante un annunzio di spettacolo, forse gladiatorio, da tenersi a Nola. L'affresco e' costituito da un pannello rettangolare sul quale campeggia al centro la figura di una divinita' , la cui testa e' percorsa da un'iscrizione in lettere di colore rosso. La sola interpretazione possibile dell'iscrizione e' che si tratti dell'appellativo della divinita' Semo Sancus. Nella parete inferiore del pannello e' un vivace riquadro rettangolare con quattro brocche, , indicate come cucumae, recanti un prezzo variabile fra i 4,5 assi per sestario di vino (il 1/2 litro dell'epoca)
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