Tenuto conto che i due muri nord e sud, delimitanti l'ambiente appena descritto, poggiano ambedue sul muro est e che, inoltre, il muro nord maschera in parte l'arco di scarico sull'ingresso del vano posto ad est dell'atrio n.2, si potra' ragionevolmente desumere che questi corrispondano ad interventi strutturali apportati successivamente al terremoto del 62 d.C., al fine di praticare una tripartizione dell'antico atrio vestibolo rettangolare. Quest'ultimo lambiva ambedue gli ingressi, sui quali si aprivano gli otto ambienti disposti intorno agli altri tre lati del perimetro.
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La posizione, tra l'ingresso e il muro della palestra, ha indotto il Maiuri ad attribuire a questo edificio la destinazione d'uso di locanda (hospitium). D'altra parte in altri contesti analoghi - a Pompei e Stabia- in un'arco cronologico sostanzialmente parallelo,una norma piuttosto comune facilito' la realizzazione su uno o piu' lati delle Terme del Foro e delle Terme Centrali di ambienti originariamente destinati a botteghe, riadattati a fini abitativi. Dalla locazione di questi vani derivarono cospicue entrate, reinvestite ai fini del buon funzionamento delle Terme stesse.
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Il Maiuri rileva una certa affinita' tipologica tra questi ambienti interni e quelli delle botteghe dell'insula IV, poste ai n. 10 e 11, prospicienti il decumano inferiore.