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Teatro - (Planimetrie e Rilievi)
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Rilievi eseguiti, sotto la direzione di M. Pagano, dagli architetti A. Balasco, A. Maciariello e dal geometra P. Cifone per conto della Soprintendenza Archeologica di Pompei nel 1997 (piante) e nel 1998 (sezioni). Le scale sono rapportate anche alla misura del piede romano. Summa cavea. Media cavea. Edificio scenico. Sezione Longitudinale. Pianta a quota.


Rilievi eseguiti, sotto la direzione di M. Pagano, dagli architetti A. Balasco, A. Maciariello e dal geometra P. Cifone per conto della Soprintendenza Archeologica di Pompei nel 1997 (piante) e nel 1998 (sezioni). Le scale sono rapportate anche alla misura del piede romano. Summa cavea. Media cavea. Edificio scenico. Sezione Longitudinale. Pianta a quota.


Si riportano, seguendo l'ordine cronologico, i rilievi del teatro di Ercolano eseguiti nel Sette-Ottocento. Pianta del teatro di Ercolano di R. G. Alcubierre, iniziata nel 1738, completata nel 1747 (ritrovata da G. Minervini tra le carte del canonico e accademico ercolanese Andrea de Jorio e pubblicata dallo stesso in Bollettino archeologico Italiano I, 1861, pp. 33 ss.; ripubblicata da M. Ruggiero, Storia degli Scavi di Ercolano, Napoli 1885, pp. XVII ss., tav. IV. La didascalia manoscritta della pianta in oggetto, di seguito trascritta, e' stata pubblicata per la prima volta da G. Fiorelli, in Giornale degli scavi di Pompei, fasc. 1, I^ serie, 1850, proemio delle illustrazioni; Ruggiero, pp. XXVI s.: Pianta. Che dimostra la fabbrica dell'antico teatro di Ercolano nella forma che meglio si e' potuto eseguire pe'i meati segnati nella medesima col colore di fuligine, il quale teatro al presente sta 84 palmi sotterra. Spiega dell'edifizio e di alcune cose trovate tanto in esso che ne' suoi contorni.
I luoghi principali che possono indicarsi sono i seguenti:
A. Il podio, primo scalino del teatro.
B. Precinto dei 18 scalini che tutti sono di peperino sopra i quali, insieme con i due scalini del secondo precinto indicati nel contorno, si calcola che potevano accomodarsi tre mila persone.
C. Scale di marmo per mezzo delle quali si saliva al podio.
D. Sette scale in conformi divisioni nella semicirconferenza del teatro, per salire comodamente ai scalini o loro posti, che corrispondono queste scale dalla parte superiore e ad altri sette vomitorii per facilitare l'uscita del popolo.
E. Porte dei suddetti vomitorii.
F. Muri d'appoggio alle due estremita' del teatro.
G. La scena, della quale si osservano solamente alcuni frammenti.
H. Delle fabbriche disgiunte dal teatro.
Y. Porte per le quali si entrava nelle carceri delle fiere.
K. Nelle due parti opposte vedono due archi ossiano porte per dove uscivano le fiere.
L. Il pozzo per dove fu scoperto il teatro.
M. Altro pozzo che corrisponde quasi col centro dei scalini del teatro.
N. Rampa per facilitare l'entrata al teatro.
O. Pilastri in parte sgombrati, all'esteriore del teatro.
P. Scala che comunicava col sito superiore.
Q. Sito dove stettero tre statue consolari di marmo.
R. Sito dove si trovo' una tegola coll'iscrizione:
S. Qui si rinvenne una colonna di marmo portasanta.
T. Diversi frammenti d'un cavallo e di due statue di metallo.
V. Iscrizione in marmo col nome di chi edifico' il teatro e quello dell'architetto.
X. Una statua di Bacco, di marmo.
1. Vari pezzi d'un'altra statua di marmo.
2. Una colonna di giallo antico, in pezzi.
3. Altra di cipollino.
4. Parte d'un'altra d'alabastro.
5. Un grande frammento d'una statua di metallo.
6. Un cornucopia di metallo.
7. Altro simile.
8. Frammento di metallo del collo e testa d'un cavallo.
9. La maggior parte dei frammenti di due cavalli di metallo e 4 medaglie.
10. Le basi di marmo sopra le quali stavano i cavalli, con loro piedi attaccati.
11. Vari pezzi di due statue di metallo.
12. Due iscrizioni in marmo alle quali mancano alcune parole.
13. Statua di metallo, d'una Vestale.
14. Due colonne e statue di diaspro africano.
15. Due capitelli corinzi di marmo, appartenenti alle suddette colonne.
16. Un mattone con le parole:
17.18. Linea punteggiata.
19. Sezione che passa per la linea punteggiata 17.18.
20. Grotta che conduce ai luoghi degli attuali scavi.
Portici 20 marzo 1747.
Oltre delle cose descritte nell'esplicazione si rinvenne da tutte le parti quantita' di pietre di diaspro, giallo antico, rosso, alabastro, cipollino ed altri, come pure vari pezzi di metallo. Sulle vicende di questa pianta ci illumina anche una pagina manoscritta aggiunta in una copia del volumetto di A. De Jorio, Notizie su gli scavi di Ercolano, Napoli 1827, ora in possesso di M. Pagano, (pubblicata in Cronache Ercolanesi, 23, 1993, p. 140): "Nell'estate del 1831 il chiarissimo Canonico de Jorio fece dono all'Instituto di Archeologia in Roma diretto dai dotti Sig.ri Gerhard e Panofka dell'inventario rimastoci di tutti gli oggetti rinvenuti negli Scavi di Ercolano, per Lavega compilato, insieme coll'elegante stampa rappresentante lo stato del Teatro di Ercolano nelle sue primitive scavazioni. Avendomi il detto Autore regalato di una copia del descritto rame, ho stimato veramente a proposito d'inserirne qui la prevenzione, come fralle tavole del presente volume quella di cui ho ragionato. 19 Dicembre 1831. E(manue)le Carrillo".
Didascalia della pianta del teatro (perduta) di P. Bardet (20 luglio 1742) - Archivio di Stato di Napoli, Casa Reale Antica, Fs. 1544, inc. 82 (pubblicata in M. Pagano, in Cronache Ercolanesi, 23, 1993, pp. 140 ss.):
Spiegazione del teatro ritrovato nelle ruine della citta' d'Ercolano sotto Resina.
Questo Teatro puo' contenere circa mille cinquecento persone sedute commodamente
Sono delle picciole porte al numero di sette, ed altrettanti piccioli gradini per dove il Popolo entrava nel Teatro, e si distribuiva sopra le differenti grade che lo compongono; e che corrispondono sopra la galleria B marcata sopra il profilo.
C. Sono due logge lastricate di marmo bianco.
D. Sono due scale le quali montano sopra la grossezza del muro.
E. Sono piedistalli sui quali stavano delle statue di bronzo a cavallo.
F. E' uno spazio fra due Piedistalli, in mezzo del quale vi era una statua di femina parim(ent)i di bronzo.
G. Sono passaggi per venire sopra li gradini superiori per la galleria H marcata al profilo.
I. E' l'orchestra.
K. E' il Proscenio, o Pulpito, che e' propriamente quello che noi presentemente chiamiamo Teatro. Il basso di questo sito e' di otto palmi piu' basso che l'orchestra I.
E le muraglie L sono all'altezza di appoggio; e' senza dubbio sopra di esse che si appoggiava il Teatro o Pulpito, che si faceva di tavole.
M. E' il proscenio, che e' una facciata d'edifizio ornata di tre ordini di architettura, di colonne, e di pilastri, e di bellissimo marmo, o diaspro Africano, standone coperte tanto le muraglie, che le nicchie N nelle quali stavano delle statue di marmo bianco. Egli e' propriamente quello che noi chiamiamo il di dietro del Teatro, e dove gli Attori si vestivano. Ne i Teatri Greci l'Orchestra facea una parte della scena, che comprendeva generalmente tutto cio' che apparteneva agli Attori; ma ne i Teatri de i Romani niuno degli Attori discendeva nell'Orchestra, la quale era occupata dalle sedie de' senatori.
Nel sito O si e' trovata una piccola Tavola di bronzo sostenuta per dei piedi pure di bronzo piegati, le estremita' de' quali erano rassodate col piombo nella pietra del gradino.
Allegata: Relazione sulla stessa pianta di Matteo Egizio, parzialmente pubblicata come sopra: "Ho veduto la pianta stampata, e la spiegazione; e vorrei cosi' poterne lodare la riuscita, come ne lodo il buon volere. Ma bisogna che io ne dica con liberta' cio' che ne sento, acciocche' non venga pubblicata cosa, che non fa onore ne' all'Architetto, ne' al nostro Paese; e massimamente vedendovi interessata la gloria di Sua Maesta'.
Bisognava indagare l'uso delle due logge lastricate di marmo bianco segnate nella stampa C, C. Io penso cosi'. Nel Teatro Greco i Musici, i Mimi, i Ballerini erano situati nel mezzo del diametro dell'orchestra, in un poggio elevato, che chiamavasi Thymele. Gli Ercolanesi non poteano far lo stesso nel loro Teatro; perche' essendo sottoposti a' Romani, erano costretti lasciar l'orchestra libera per li senatori secondo l'uso della Nazion dominante. Adunque non volendo privarsi del piacer delle Sinfonie, e del ballo, ne' scostarsi molto da quella foggia di Teatro, ch'era nella vicina Napoli, citta' greca, presero il partito di fare nelle due estremita' del Proscenio le suddette due logge, da collocarvi i Thymelici: e il pavimento essi fecero di marmo, come piu' atto a ripercuotere le voci, e il suono. La Tavola di bronzo segnata O, forse serviva per il Maestro, che regolava la Musica, e il ballo.
DD. Si dice che da' quattro scalini, che nelle stanze sono segnati D.D allato delle suddette logge C, C di quel muro circolare, che abbraccia la sommita' dell'edificio: e veggo altresi' che per andare a dirittura dal pavimento C alla detta sommita', si montano prima cinque grandi scaglioni; poi si truova il riposo, che da' Francesi e' detto Palier: da questo si monta per 3 altri scaglioni, e si giunge al piede del muro F, alto almeno 9 palmi. Or a questi 9 palmi aggiungiamo l'altezza degli otto scaglioni, o sedili, la quale per lo meno e' palmi 15, e saranno in tutto palmi 24 di altezza perpendicolare sopra il livello del pavimento C. Dunque da questo non si puo' montare per 4 scalini sopra la grossezza della muraglia, perche' questa deve anch'ella essere superiore in 24 palmi alla loggia C. O pure la Pianta e' mal disegnata, non mostrando quanto in quel sito la muraglia D sia piu' bassa di quella, che circonda il Teatro insino alla sommita'
F. Nel Profilo si vede la diversita' dell'altezza; ma cio' non fa che la Pianta non sia difettosa. Ne' mi si dica ch'ella fu fatta al livello del terreno perche' in tal caso non potrebbero comparire ne' scalinate, ne' piedestalli, ne' logge, ne' gradini. Dunque e' una pianta a vista d'uccello, nella quale conviene accennare le diverse altezze. Se i piedistalli, che nella stampa sono segnati colla lettera E, sosteneano statue equestri, perche' poi nella elevazione piantarvi quelle compassionevoli figure di donne in piedi? Comprendo che i piedistalli siano bene cosi' lunghi nella Pianta stampata, giacche' servivano per statue equestri; ma non comprendo come la supposta statua di donna nel sito F non avesse anch'Ella il suo piedistallo, cosi' per la simmetria, come perche' fosse veduta dalla Orchestra, come le altre. Il fondo della scena, comprendendovi il Portico esteriore, dovea essere distante dal centro piu' di un intero semidiametro; e tutte le parti di essa aveano ad essere comprese nel rettangolo composto dal detto semidiametro e dal gran diametro; di modo tale che i lati minori di esso rettangolo corrispondessero a' portici laterali. Ma nel disegno il fondo della scena e' distante dal centro appena la quarta parte del diametro, e per conseguenza il rettangolo e' molto meno spazioso di quel che bisogna. E perche' non si deve credere che l'antico Architetto avesse ignorato, o trascurato le costantissime regole di edificare Teatri; percio' io son fortemente tentato di sospettare che questo disegno non sia stato fatto con tutta la osservazione necessaria la quale cosa per altro avea dell'impossibile, ma per conghietture ed a tentone, come si e' potuto sotto terra, e in tanta profondita', e fra mille angustie e pericoli. Almeno in questo disegno non si scorge nulla di quello che Sua Maesta' ebbe la clemenza di farmi vedere mesi addietro. Ne' dee tacersi che in buona prospettiva l'elevazione di un edificio semicircolare non dee affatto rappresentarsi da capo a pie' tutto con linee rette".
Pianta del teatro di Ercolano, inserita in quella di una porzione della citta' dello stesso Bardet, del 7 luglio 1743, conservata nell'Archivio di Stato di Napoli, sez. Piante e Disegni, Cartella XXIV, n. 1-2-3.
Pianta del teatro di Ercolano del 1750 di J. Ch. Be'llicard, pubblicata nel volume di Ch. N. Cochin-J. C. Be'llicard, Observations sur les antiquite's de la ville d'Herculanum, Paris 1754 (lo schizzo preparatorio si trova ora nel Metropolitan Museum di New York, pubblicato da B. R. GORDON, Je'rome Charles Bellicard's Italian notebook of 1750-51: The discoveries at Herculaneum and observations on ancient and modern architecture, in Metropolitan Museum Journal, 25, 1990, pp. 49-142). Pianta del teatro di Ercolano di Carlo Weber, del 1751, incisa in rame, pubblicata da M. Ruggiero, Storia degli Scavi di Ercolano, Napoli 1885, p. XIX, tav. III. Pianta, incompleta, del teatro di Ercolano di Carlo Weber, acquerellata (cm. 51 x 38, 5), del 1763 (ora nell'Officina dei Papiri Ercolanesi della Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele III" (pubblicata per la prima volta da V. Catalano, in Magna Grecia, XIV, n. 9-10, 1979, pp. 15 ss. e poi da M. Pagano, in Cronache Ercolanesi, 23, 1993, pp. 142 ss., fig. 4. La didascalia e' la seguente:
1 a' 4. Pilastri che reggono la sommita'.
5 a' 8. Balconi dietro al Corridojo.
10. Corridojo avanti i sedili.
11. Sedili superiori.
13. Sommita' della scala principale.
14. Ingresso alla sudetta scala.
15 a' 21. Passaggi dal corridojo alli sedili.
22. Luogo della iscrizione di Ruffo.
23 a' 28. Cunei, o Quartieri dei sedili fra le scalinate.
28 a 35. Sommita' dei scalini, per dove si passa alli sedili superiori.
36 a' 38. Sommita' delle scalette al lastrico.
39 40. Pedagne dei cavalli di bronzo.
42. Gradone largo di passo.
43. Rivestimento di marmo.
45. Piano declinante all'Orchestra.
a' 48. Ultimi Gradoni all'Orchestra.
49 a' 53. Orchestra con pavimento di marmo.
55. Muro alto 4 pal. Appoggio del Pulpito del Proscenio, guarnito di marmo.
56. Cataratta del canale dell'acqua.
58. Balconi dei senatori.
60. Scalini per andare alle scene.
62. Cardine di bronzo coll'asse delle macchine triangolari per mutazione della scena.
66. Colonne di marmo con base attica.
68. Ponte lastricato sopra travi.
70. Porta Reale.
72. Porte delli Forastieri.
a' 77. Frontispizio di un Palazzo, facciata delle Scene, con 4 nicchi, guarnita di marmi col Piedistallo.
a' 80. Altre tre Porte.
82. Piede della scala al Portico.
84. Portico per ricoverarsi dalla pioggia.
86. Canale d'acqua, e colonnato.
87. Recipiente dello scolo.
89. Passeggio scoperto per affacciarsi al Foro piu' basso di 25 pal.
90. Foro dove era il Cavallo che si conserva nell'entrata del Real Palazzo.
Didascalia di una pianta e di un profilo del teatro di Ercolano, perduta, di Carlo Weber, del 1763-64, pubblicata per la prima volta da G. Fiorelli, in Giornale degli Scavi di Pompei, I, 1850, p. XLIII s. (questo primo fascicolo, bruciato dalla polizia borbonica, e' rarissimo: una copia e' presso la biblioteca della Soprintendenza archeologica di Napoli), poi ripubblicata da M. Ruggiero, Storia degli Scavi di Ercolano, Napoli 1885, p. XXXI ss.:
2 piante
e 1 prospetto del teatro di Ercolano, di F. La Vega, realizzate tra il 1765 e il 1777, un tempo presso la Soprintendenza borbonica degli Scavi, ora conservate presso la Societa' Napoletana di Storia Patria (pubblicate da M. Pagano, in Cronache Ercolanesi, 23, 1993, pp. 146 ss., fig. 6-7-8): 1) "Parte inferiore del teatro d'Ercolano" mm. 553 x 383, inv. 12201; 2) "Pianta del teatro di Ercolano" mm. 544 x 380, inv. 12202; 3) "Teatro di Ercolano. Prospetto" mm. 770 x 445, inv. 12222. 3 rami inediti delle "Antichita' di Ercolano", con prospetti e sezioni parziali delle parodoi del teatro di Ercolano (settori con affreschi figurati e travi di legno carbonizzato), realizzati nel 1765 dal disegnatore Vincenzo Campana, pubblicati in A. Balasco-M.Pagano, Il teatro di Ercolano, Napoli 2000, pp. 43 ss. Rilievi del teatro di Ercolano di Pierre-Adrien Paris, basati sui disegni forniti dalla corte per il tramite di un funzionario, V. Brenna, nel 1774, come risulta dal taccuino manoscritto del Paris conservato nella biblioteca municipale di Besanason (P. Inon, Pierre-Adrien Paris et les cite's ve'suviennes, in Il Vesuvio e le citta' vesuviane 1730-1860, Atti del Convegno di Studi 1996, pubbl. Napoli 1998, pp. 278 ss., inseriti nell'opera dell'abate R. de Saint-Non, Voyage pittoresque ou de'scription des Royaumes de Naples et de Sicile, II, Paris 1782, pl. 27-28 e p. 2: "on a e'te' assez heureux pour obtenir des architectes et des dessinateurs d u roi de Naples la communication des plans de ce the'a'ctres, ainsi que ceux de la coupe, des e'le'vations et des de'tails de tous ces ornemens. Ces de'tails sont le re'sultat des recherches faites dans le temps des excavations. Ces dessins de toutes les parties heuresement conserve'es ont permis de former, d'e'lever des re'tablissemens qui offrent le plus grand inte'ret; et nous en sommes redevable a' l'artiste, aussi inge'nieux qu'e'claire', qui a dessine' le plan que nous pre'sentons ici". Rilievi del teatro di Ercolano pubblicati nel volume di F. Piranesi, Il teatro d'Ercolano, Roma 1783. Rilievi del teatro di Ercolano eseguiti nel 1809-11 da Franacois Mazois, pubblicati in F. Mazois, Les ruines de Pompe'i, 4, Paris 1838, pl. 35-41. "Pianta del Teatro di Ercolano nello stato attuale", pubblicata in A. de Jorio, Notizie su gli Scavi di Ercolano, Napoli 1827, tav. V, ricalcata, come egli stesso dice, su quella pubblicata dal Saint-Non. Piante e sezione degli architetti G. Solari-E. Leoni, promossa e pubblicata da M. Ruggiero, S toria degli Scavi di Ercolano, Napoli 1885, p. XIX, tav. III. Raffaele Cappelli, "Piante e sezioni della grada di calata al Teatro di Ercolano e della proprieta' contigua di Domenico d'Antonio in Resina" del 28. 2. 1853. Disegno a inchiostro e acquerello, mm. 462 x 628. Scala di palmi 40. Pubblicate in Archivio di Stato di Napoli, Antichita' e Belle Arti. Le Istituzioni, catalogo della mostra, Napoli 1997, pp. 126 ss.


Si riportano, seguendo l'ordine cronologico, i rilievi del teatro di Ercolano eseguiti nel Sette-Ottocento. Pianta del teatro di Ercolano di R. G. Alcubierre, iniziata nel 1738, completata nel 1747 (ritrovata da G. Minervini tra le carte del canonico e accademico ercolanese Andrea de Jorio e pubblicata dallo stesso in Bollettino archeologico Italiano I, 1861, pp. 33 ss.; ripubblicata da M. Ruggiero, Storia degli Scavi di Ercolano, Napoli 1885, pp. XVII ss., tav. IV. La didascalia manoscritta della pianta in oggetto, di seguito trascritta, e' stata pubblicata per la prima volta da G. Fiorelli, in Giornale degli scavi di Pompei, fasc. 1, I^ serie, 1850, proemio delle illustrazioni; Ruggiero, pp. XXVI s.: Pianta. Che dimostra la fabbrica dell'antico teatro di Ercolano nella forma che meglio si e' potuto eseguire pe'i meati segnati nella medesima col colore di fuligine, il quale teatro al presente sta 84 palmi sotterra. Spiega dell'edifizio e di alcune cose trovate tanto in esso che ne' suoi contorni.
I luoghi principali che possono indicarsi sono i seguenti:
A. Il podio, primo scalino del teatro.
B. Precinto dei 18 scalini che tutti sono di peperino sopra i quali, insieme con i due scalini del secondo precinto indicati nel contorno, si calcola che potevano accomodarsi tre mila persone.
C. Scale di marmo per mezzo delle quali si saliva al podio.
D. Sette scale in conformi divisioni nella semicirconferenza del teatro, per salire comodamente ai scalini o loro posti, che corrispondono queste scale dalla parte superiore e ad altri sette vomitorii per facilitare l'uscita del popolo.
E. Porte dei suddetti vomitorii.
F. Muri d'appoggio alle due estremita' del teatro.
G. La scena, della quale si osservano solamente alcuni frammenti.
H. Delle fabbriche disgiunte dal teatro.
Y. Porte per le quali si entrava nelle carceri delle fiere.
K. Nelle due parti opposte vedono due archi ossiano porte per dove uscivano le fiere.
L. Il pozzo per dove fu scoperto il teatro.
M. Altro pozzo che corrisponde quasi col centro dei scalini del teatro.
N. Rampa per facilitare l'entrata al teatro.
O. Pilastri in parte sgombrati, all'esteriore del teatro.
P. Scala che comunicava col sito superiore.
Q. Sito dove stettero tre statue consolari di marmo.
R. Sito dove si trovo' una tegola coll'iscrizione:
S. Qui si rinvenne una colonna di marmo portasanta.
T. Diversi frammenti d'un cavallo e di due statue di metallo.
V. Iscrizione in marmo col nome di chi edifico' il teatro e quello dell'architetto.
X. Una statua di Bacco, di marmo.
1. Vari pezzi d'un'altra statua di marmo.
2. Una colonna di giallo antico, in pezzi.
3. Altra di cipollino.
4. Parte d'un'altra d'alabastro.
5. Un grande frammento d'una statua di metallo.
6. Un cornucopia di metallo.
7. Altro simile.
8. Frammento di metallo del collo e testa d'un cavallo.
9. La maggior parte dei frammenti di due cavalli di metallo e 4 medaglie.
10. Le basi di marmo sopra le quali stavano i cavalli, con loro piedi attaccati.
11. Vari pezzi di due statue di metallo.
12. Due iscrizioni in marmo alle quali mancano alcune parole.
13. Statua di metallo, d'una Vestale.
14. Due colonne e statue di diaspro africano.
15. Due capitelli corinzi di marmo, appartenenti alle suddette colonne.
16. Un mattone con le parole:
17.18. Linea punteggiata.
19. Sezione che passa per la linea punteggiata 17.18.
20. Grotta che conduce ai luoghi degli attuali scavi.
Portici 20 marzo 1747.
Oltre delle cose descritte nell'esplicazione si rinvenne da tutte le parti quantita' di pietre di diaspro, giallo antico, rosso, alabastro, cipollino ed altri, come pure vari pezzi di metallo. Sulle vicende di questa pianta ci illumina anche una pagina manoscritta aggiunta in una copia del volumetto di A. De Jorio, Notizie su gli scavi di Ercolano, Napoli 1827, ora in possesso di M. Pagano, (pubblicata in Cronache Ercolanesi, 23, 1993, p. 140): "Nell'estate del 1831 il chiarissimo Canonico de Jorio fece dono all'Instituto di Archeologia in Roma diretto dai dotti Sig.ri Gerhard e Panofka dell'inventario rimastoci di tutti gli oggetti rinvenuti negli Scavi di Ercolano, per Lavega compilato, insieme coll'elegante stampa rappresentante lo stato del Teatro di Ercolano nelle sue primitive scavazioni. Avendomi il detto Autore regalato di una copia del descritto rame, ho stimato veramente a proposito d'inserirne qui la prevenzione, come fralle tavole del presente volume quella di cui ho ragionato. 19 Dicembre 1831. E(manue)le Carrillo".
Didascalia della pianta del teatro (perduta) di P. Bardet (20 luglio 1742) - Archivio di Stato di Napoli, Casa Reale Antica, Fs. 1544, inc. 82 (pubblicata in M. Pagano, in Cronache Ercolanesi, 23, 1993, pp. 140 ss.):
Spiegazione del teatro ritrovato nelle ruine della citta' d'Ercolano sotto Resina.
Questo Teatro puo' contenere circa mille cinquecento persone sedute commodamente
Sono delle picciole porte al numero di sette, ed altrettanti piccioli gradini per dove il Popolo entrava nel Teatro, e si distribuiva sopra le differenti grade che lo compongono; e che corrispondono sopra la galleria B marcata sopra il profilo.
C. Sono due logge lastricate di marmo bianco.
D. Sono due scale le quali montano sopra la grossezza del muro.
E. Sono piedistalli sui quali stavano delle statue di bronzo a cavallo.
F. E' uno spazio fra due Piedistalli, in mezzo del quale vi era una statua di femina parim(ent)i di bronzo.
G. Sono passaggi per venire sopra li gradini superiori per la galleria H marcata al profilo.
I. E' l'orchestra.
K. E' il Proscenio, o Pulpito, che e' propriamente quello che noi presentemente chiamiamo Teatro. Il basso di questo sito e' di otto palmi piu' basso che l'orchestra I.
E le muraglie L sono all'altezza di appoggio; e' senza dubbio sopra di esse che si appoggiava il Teatro o Pulpito, che si faceva di tavole.
M. E' il proscenio, che e' una facciata d'edifizio ornata di tre ordini di architettura, di colonne, e di pilastri, e di bellissimo marmo, o diaspro Africano, standone coperte tanto le muraglie, che le nicchie N nelle quali stavano delle statue di marmo bianco. Egli e' propriamente quello che noi chiamiamo il di dietro del Teatro, e dove gli Attori si vestivano. Ne i Teatri Greci l'Orchestra facea una parte della scena, che comprendeva generalmente tutto cio' che apparteneva agli Attori; ma ne i Teatri de i Romani niuno degli Attori discendeva nell'Orchestra, la quale era occupata dalle sedie de' senatori.
Nel sito O si e' trovata una piccola Tavola di bronzo sostenuta per dei piedi pure di bronzo piegati, le estremita' de' quali erano rassodate col piombo nella pietra del gradino.
Allegata: Relazione sulla stessa pianta di Matteo Egizio, parzialmente pubblicata come sopra: "Ho veduto la pianta stampata, e la spiegazione; e vorrei cosi' poterne lodare la riuscita, come ne lodo il buon volere. Ma bisogna che io ne dica con liberta' cio' che ne sento, acciocche' non venga pubblicata cosa, che non fa onore ne' all'Architetto, ne' al nostro Paese; e massimamente vedendovi interessata la gloria di Sua Maesta'.
Bisognava indagare l'uso delle due logge lastricate di marmo bianco segnate nella stampa C, C. Io penso cosi'. Nel Teatro Greco i Musici, i Mimi, i Ballerini erano situati nel mezzo del diametro dell'orchestra, in un poggio elevato, che chiamavasi Thymele. Gli Ercolanesi non poteano far lo stesso nel loro Teatro; perche' essendo sottoposti a' Romani, erano costretti lasciar l'orchestra libera per li senatori secondo l'uso della Nazion dominante. Adunque non volendo privarsi del piacer delle Sinfonie, e del ballo, ne' scostarsi molto da quella foggia di Teatro, ch'era nella vicina Napoli, citta' greca, presero il partito di fare nelle due estremita' del Proscenio le suddette due logge, da collocarvi i Thymelici: e il pavimento essi fecero di marmo, come piu' atto a ripercuotere le voci, e il suono. La Tavola di bronzo segnata O, forse serviva per il Maestro, che regolava la Musica, e il ballo.
DD. Si dice che da' quattro scalini, che nelle stanze sono segnati D.D allato delle suddette logge C, C di quel muro circolare, che abbraccia la sommita' dell'edificio: e veggo altresi' che per andare a dirittura dal pavimento C alla detta sommita', si montano prima cinque grandi scaglioni; poi si truova il riposo, che da' Francesi e' detto Palier: da questo si monta per 3 altri scaglioni, e si giunge al piede del muro F, alto almeno 9 palmi. Or a questi 9 palmi aggiungiamo l'altezza degli otto scaglioni, o sedili, la quale per lo meno e' palmi 15, e saranno in tutto palmi 24 di altezza perpendicolare sopra il livello del pavimento C. Dunque da questo non si puo' montare per 4 scalini sopra la grossezza della muraglia, perche' questa deve anch'ella essere superiore in 24 palmi alla loggia C. O pure la Pianta e' mal disegnata, non mostrando quanto in quel sito la muraglia D sia piu' bassa di quella, che circonda il Teatro insino alla sommita'
F. Nel Profilo si vede la diversita' dell'altezza; ma cio' non fa che la Pianta non sia difettosa. Ne' mi si dica ch'ella fu fatta al livello del terreno perche' in tal caso non potrebbero comparire ne' scalinate, ne' piedestalli, ne' logge, ne' gradini. Dunque e' una pianta a vista d'uccello, nella quale conviene accennare le diverse altezze. Se i piedistalli, che nella stampa sono segnati colla lettera E, sosteneano statue equestri, perche' poi nella elevazione piantarvi quelle compassionevoli figure di donne in piedi? Comprendo che i piedistalli siano bene cosi' lunghi nella Pianta stampata, giacche' servivano per statue equestri; ma non comprendo come la supposta statua di donna nel sito F non avesse anch'Ella il suo piedistallo, cosi' per la simmetria, come perche' fosse veduta dalla Orchestra, come le altre. Il fondo della scena, comprendendovi il Portico esteriore, dovea essere distante dal centro piu' di un intero semidiametro; e tutte le parti di essa aveano ad essere comprese nel rettangolo composto dal detto semidiametro e dal gran diametro; di modo tale che i lati minori di esso rettangolo corrispondessero a' portici laterali. Ma nel disegno il fondo della scena e' distante dal centro appena la quarta parte del diametro, e per conseguenza il rettangolo e' molto meno spazioso di quel che bisogna. E perche' non si deve credere che l'antico Architetto avesse ignorato, o trascurato le costantissime regole di edificare Teatri; percio' io son fortemente tentato di sospettare che questo disegno non sia stato fatto con tutta la osservazione necessaria la quale cosa per altro avea dell'impossibile, ma per conghietture ed a tentone, come si e' potuto sotto terra, e in tanta profondita', e fra mille angustie e pericoli. Almeno in questo disegno non si scorge nulla di quello che Sua Maesta' ebbe la clemenza di farmi vedere mesi addietro. Ne' dee tacersi che in buona prospettiva l'elevazione di un edificio semicircolare non dee affatto rappresentarsi da capo a pie' tutto con linee rette".
Pianta del teatro di Ercolano, inserita in quella di una porzione della citta' dello stesso Bardet, del 7 luglio 1743, conservata nell'Archivio di Stato di Napoli, sez. Piante e Disegni, Cartella XXIV, n. 1-2-3.
Pianta del teatro di Ercolano del 1750 di J. Ch. Be'llicard, pubblicata nel volume di Ch. N. Cochin-J. C. Be'llicard, Observations sur les antiquite's de la ville d'Herculanum, Paris 1754 (lo schizzo preparatorio si trova ora nel Metropolitan Museum di New York, pubblicato da B. R. GORDON, Je'rome Charles Bellicard's Italian notebook of 1750-51: The discoveries at Herculaneum and observations on ancient and modern architecture, in Metropolitan Museum Journal, 25, 1990, pp. 49-142). Pianta del teatro di Ercolano di Carlo Weber, del 1751, incisa in rame, pubblicata da M. Ruggiero, Storia degli Scavi di Ercolano, Napoli 1885, p. XIX, tav. III. Pianta, incompleta, del teatro di Ercolano di Carlo Weber, acquerellata (cm. 51 x 38, 5), del 1763 (ora nell'Officina dei Papiri Ercolanesi della Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele III" (pubblicata per la prima volta da V. Catalano, in Magna Grecia, XIV, n. 9-10, 1979, pp. 15 ss. e poi da M. Pagano, in Cronache Ercolanesi, 23, 1993, pp. 142 ss., fig. 4. La didascalia e' la seguente:
1 a' 4. Pilastri che reggono la sommita'.
5 a' 8. Balconi dietro al Corridojo.
10. Corridojo avanti i sedili.
11. Sedili superiori.
13. Sommita' della scala principale.
14. Ingresso alla sudetta scala.
15 a' 21. Passaggi dal corridojo alli sedili.
22. Luogo della iscrizione di Ruffo.
23 a' 28. Cunei, o Quartieri dei sedili fra le scalinate.
28 a 35. Sommita' dei scalini, per dove si passa alli sedili superiori.
36 a' 38. Sommita' delle scalette al lastrico.
39 40. Pedagne dei cavalli di bronzo.
42. Gradone largo di passo.
43. Rivestimento di marmo.
45. Piano declinante all'Orchestra.
a' 48. Ultimi Gradoni all'Orchestra.
49 a' 53. Orchestra con pavimento di marmo.
55. Muro alto 4 pal. Appoggio del Pulpito del Proscenio, guarnito di marmo.
56. Cataratta del canale dell'acqua.
58. Balconi dei senatori.
60. Scalini per andare alle scene.
62. Cardine di bronzo coll'asse delle macchine triangolari per mutazione della scena.
66. Colonne di marmo con base attica.
68. Ponte lastricato sopra travi.
70. Porta Reale.
72. Porte delli Forastieri.
a' 77. Frontispizio di un Palazzo, facciata delle Scene, con 4 nicchi, guarnita di marmi col Piedistallo.
a' 80. Altre tre Porte.
82. Piede della scala al Portico.
84. Portico per ricoverarsi dalla pioggia.
86. Canale d'acqua, e colonnato.
87. Recipiente dello scolo.
89. Passeggio scoperto per affacciarsi al Foro piu' basso di 25 pal.
90. Foro dove era il Cavallo che si conserva nell'entrata del Real Palazzo.
Didascalia di una pianta e di un profilo del teatro di Ercolano, perduta, di Carlo Weber, del 1763-64, pubblicata per la prima volta da G. Fiorelli, in Giornale degli Scavi di Pompei, I, 1850, p. XLIII s. (questo primo fascicolo, bruciato dalla polizia borbonica, e' rarissimo: una copia e' presso la biblioteca della Soprintendenza archeologica di Napoli), poi ripubblicata da M. Ruggiero, Storia degli Scavi di Ercolano, Napoli 1885, p. XXXI ss.:
2 piante
e 1 prospetto del teatro di Ercolano, di F. La Vega, realizzate tra il 1765 e il 1777, un tempo presso la Soprintendenza borbonica degli Scavi, ora conservate presso la Societa' Napoletana di Storia Patria (pubblicate da M. Pagano, in Cronache Ercolanesi, 23, 1993, pp. 146 ss., fig. 6-7-8): 1) "Parte inferiore del teatro d'Ercolano" mm. 553 x 383, inv. 12201; 2) "Pianta del teatro di Ercolano" mm. 544 x 380, inv. 12202; 3) "Teatro di Ercolano. Prospetto" mm. 770 x 445, inv. 12222. 3 rami inediti delle "Antichita' di Ercolano", con prospetti e sezioni parziali delle parodoi del teatro di Ercolano (settori con affreschi figurati e travi di legno carbonizzato), realizzati nel 1765 dal disegnatore Vincenzo Campana, pubblicati in A. Balasco-M.Pagano, Il teatro di Ercolano, Napoli 2000, pp. 43 ss. Rilievi del teatro di Ercolano di Pierre-Adrien Paris, basati sui disegni forniti dalla corte per il tramite di un funzionario, V. Brenna, nel 1774, come risulta dal taccuino manoscritto del Paris conservato nella biblioteca municipale di Besanason (P. Inon, Pierre-Adrien Paris et les cite's ve'suviennes, in Il Vesuvio e le citta' vesuviane 1730-1860, Atti del Convegno di Studi 1996, pubbl. Napoli 1998, pp. 278 ss., inseriti nell'opera dell'abate R. de Saint-Non, Voyage pittoresque ou de'scription des Royaumes de Naples et de Sicile, II, Paris 1782, pl. 27-28 e p. 2: "on a e'te' assez heureux pour obtenir des architectes et des dessinateurs d u roi de Naples la communication des plans de ce the'a'ctres, ainsi que ceux de la coupe, des e'le'vations et des de'tails de tous ces ornemens. Ces de'tails sont le re'sultat des recherches faites dans le temps des excavations. Ces dessins de toutes les parties heuresement conserve'es ont permis de former, d'e'lever des re'tablissemens qui offrent le plus grand inte'ret; et nous en sommes redevable a' l'artiste, aussi inge'nieux qu'e'claire', qui a dessine' le plan que nous pre'sentons ici". Rilievi del teatro di Ercolano pubblicati nel volume di F. Piranesi, Il teatro d'Ercolano, Roma 1783. Rilievi del teatro di Ercolano eseguiti nel 1809-11 da Franacois Mazois, pubblicati in F. Mazois, Les ruines de Pompe'i, 4, Paris 1838, pl. 35-41. "Pianta del Teatro di Ercolano nello stato attuale", pubblicata in A. de Jorio, Notizie su gli Scavi di Ercolano, Napoli 1827, tav. V, ricalcata, come egli stesso dice, su quella pubblicata dal Saint-Non. Piante e sezione degli architetti G. Solari-E. Leoni, promossa e pubblicata da M. Ruggiero, S toria degli Scavi di Ercolano, Napoli 1885, p. XIX, tav. III. Raffaele Cappelli, "Piante e sezioni della grada di calata al Teatro di Ercolano e della proprieta' contigua di Domenico d'Antonio in Resina" del 28. 2. 1853. Disegno a inchiostro e acquerello, mm. 462 x 628. Scala di palmi 40. Pubblicate in Archivio di Stato di Napoli, Antichita' e Belle Arti. Le Istituzioni, catalogo della mostra, Napoli 1997, pp. 126 ss.


In questa sezione sono riportate, seguendo l'ordine cronologico, le piu' rilevanti rappresentazioni figurate del teatro prodotte nel Sette-Ottocento. Incisione di Patte, "compose par Petitot. Ier Arch.te de S. A. S. le Duc de Parme. Amphitheatre de la ville d'Herculanum. Decoration faisant allusion a la nouvelle decouverte de cette ville qui fut engloutie par les cendres du Mont Vesuve laquelle a ete executee en relief a Rome en 1749, a l'occasion de la ceremonie de l'homage que le Royaume de Naples rend au S.t Siege". Domenico Padiglione, 1808 (cfr. M. Pagano, in Cronache Ercolanesi, 23, 1993, p. 148). Modello in legno e sughero, un tempo colorato, del teatro di Ercolano, lungh. cm. 45, largh. cm. 158, 5, h. cm. 51. Conservato nell'ingresso del teatro. Un modello simile, ora perduto, esisteva presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ed e' citato nelle Guide fino alla fine dell'Ottocento. Louis Nicolas Lemasle, 1815. I figli di Murat in visita agli scavi di Ercolano. Olio su tela cm. 143 x 110. Firmato e datato in basso a destra: "Veduta di una parte dell'Anfiteatro di Ercolano/ dipinto sul luogo da L. Lemasle/Ercolano MCCCCXV-Napoli, Museo Nazionale di S. Martino, inv. 4260. 1820. Jean Le Riche, Vues des monumens antiques de Naples, Paris 1825, veduta del centro della cavea del teatro. Giacinto Gigante, Veduta del proscenio del teatro di Ercolano, acquaforte acquerellata, cm. 19, 1 x 13, 1 (pubblicata da L. Fino, Ercolano e Pompei. Vedute neoclassiche e romantiche, Napoli 1988, p. 135). Giacinto Gigante, Veduta della parte centrale della cavea del teatro di Ercolano, acquaforte acquerellata, cm. 18, 9 x 13, 2 (pubblicata da L. Fino, Ercolano e Pompei. Vedute neoclassiche e romantiche, Napoli 1988, p. 136). Giacinto Gigante, Veduta della scala d'accesso al teatro di Ercolano, acquaforte acquerellata, cm. 18, 9 x 13, 2 ( pubblicata da L. Fino, Ercolano e Pompei. Vedute neoclassiche e romantiche, Napoli 1988, p. 137). Giacinto Gigante, "Parte del Proscenio del teatro di Ercolano", acquaforte pubblicata nel volume di A. de Jorio, Notizie su gli Scavi di Ercolano, Napoli 1827, tav. IV. E. Breton, Pompeia, Paris 1855, p. 325: "Proscenium du theatre". Anonimo, circa 1865, Le Theatre d'Herculanum, veduta del proscenio del teatro, litografia di Migliorato, cm. 13, 7 x 19, 3 (pubblicata da L. Fino, Ercolano e Pompei. Vedute neoclassiche e romantiche, Napoli 1988, pp. 160 ss. Anonimo, circa 1865, L'escalier du Theatre d'Herculanum, veduta del pozzo grande sulla media cavea, faceva coppia con la precedente, litografia di Migliorato, cm. 13, 7 x 19, 3 (coll. Privata M. Pagano). Anonimo, circa 1870, Incisione con veduta del proscenio, pubblicata a illustrazione di una novella di M. De Zamarcois, La Destruccion de Pompeya, Mexico 1871, pubblicato anche in R. Brilliant, Pompeii A. D. 79. The treasury of rediscovering, New York 1979, p. 32.


In questa sezione sono riportate, seguendo l'ordine cronologico, le piu' rilevanti rappresentazioni figurate del teatro prodotte nel Sette-Ottocento. Incisione di Patte, "compose par Petitot. Ier Arch.te de S. A. S. le Duc de Parme. Amphitheatre de la ville d'Herculanum. Decoration faisant allusion a la nouvelle decouverte de cette ville qui fut engloutie par les cendres du Mont Vesuve laquelle a ete executee en relief a Rome en 1749, a l'occasion de la ceremonie de l'homage que le Royaume de Naples rend au S.t Siege". Domenico Padiglione, 1808 (cfr. M. Pagano, in Cronache Ercolanesi, 23, 1993, p. 148). Modello in legno e sughero, un tempo colorato, del teatro di Ercolano, lungh. cm. 45, largh. cm. 158, 5, h. cm. 51. Conservato nell'ingresso del teatro. Un modello simile, ora perduto, esisteva presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ed e' citato nelle Guide fino alla fine dell'Ottocento. Louis Nicolas Lemasle, 1815. I figli di Murat in visita agli scavi di Ercolano. Olio su tela cm. 143 x 110. Firmato e datato in basso a destra: "Veduta di una parte dell'Anfiteatro di Ercolano/ dipinto sul luogo da L. Lemasle/Ercolano MCCCCXV-Napoli, Museo Nazionale di S. Martino, inv. 4260. 1820. Jean Le Riche, Vues des monumens antiques de Naples, Paris 1825, veduta del centro della cavea del teatro. Giacinto Gigante, Veduta del proscenio del teatro di Ercolano, acquaforte acquerellata, cm. 19, 1 x 13, 1 (pubblicata da L. Fino, Ercolano e Pompei. Vedute neoclassiche e romantiche, Napoli 1988, p. 135). Giacinto Gigante, Veduta della parte centrale della cavea del teatro di Ercolano, acquaforte acquerellata, cm. 18, 9 x 13, 2 (pubblicata da L. Fino, Ercolano e Pompei. Vedute neoclassiche e romantiche, Napoli 1988, p. 136). Giacinto Gigante, Veduta della scala d'accesso al teatro di Ercolano, acquaforte acquerellata, cm. 18, 9 x 13, 2 ( pubblicata da L. Fino, Ercolano e Pompei. Vedute neoclassiche e romantiche, Napoli 1988, p. 137). Giacinto Gigante, "Parte del Proscenio del teatro di Ercolano", acquaforte pubblicata nel volume di A. de Jorio, Notizie su gli Scavi di Ercolano, Napoli 1827, tav. IV. E. Breton, Pompeia, Paris 1855, p. 325: "Proscenium du theatre". Anonimo, circa 1865, Le Theatre d'Herculanum, veduta del proscenio del teatro, litografia di Migliorato, cm. 13, 7 x 19, 3 (pubblicata da L. Fino, Ercolano e Pompei. Vedute neoclassiche e romantiche, Napoli 1988, pp. 160 ss. Anonimo, circa 1865, L'escalier du Theatre d'Herculanum, veduta del pozzo grande sulla media cavea, faceva coppia con la precedente, litografia di Migliorato, cm. 13, 7 x 19, 3 (coll. Privata M. Pagano). Anonimo, circa 1870, Incisione con veduta del proscenio, pubblicata a illustrazione di una novella di M. De Zamarcois, La Destruccion de Pompeya, Mexico 1871, pubblicato anche in R. Brilliant, Pompeii A. D. 79. The treasury of rediscovering, New York 1979, p. 32.



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